Si riporta di seguito la storia di Silvano d’Orba, tratta dalla Guida di Silvano d’Orba.
- II secolo a.C.: a seguito della conquista romana e dell’organizzazione del territorio, sorsero diversi villaggi che costituirono la “città” di Rondanaria. L’agricoltura e la “pesca” dell’oro furono le attività più importanti degli abitanti di quei villaggi. Rondanaria, con ogni probabilità, deriva il proprio nome dal termine latino arundo [canna] che richiama, con maggior rispondenza di hirundo [rondine], un luogo con vegetazione palustre com’è possibile immaginare in un’area dove l’acqua ristagnava e che conserva ancor oggi toponimi derivanti dal tardo latino molleus [melmoso] quali Mogliette e Piano [della] Moglia.
- Dopo la metà del II secolo a.C. furono costruite le vie consolari, le “autostrade” romane: nel 148 a.C. la Via Postumia, da Genova ad Aquileia passando per Dertona [Tortona]. Nel 125 a.C. la
Via Fulvia, da Dertona a Torino. Nel 109 a.C. la Via Aemilia Scauri, da Dertona a Vada Sabatia [Vado Ligure] passando per Aquae Statiellae [Acqui Teme]. - L’apertura della Postumia favorì la crescita del “centro commerciale” di Libarna che, nel I secolo a.C., fu collegata ad Acqui da una via breve – una “statale” si potrebbe dire oggi – che passava da Rondanaria.
- Lungo la strada Libarna – Acqui, sopra un rilievo alla confluenza del Piota nell’Orba, si ritiene fosse allestito un accampamento fortificato [castrum] per garantire una sosta sicura ai carri.
- La ricostruzione storica fa supporre che al vettovagliamento del castrum provvedesse una grande fattoria [villa palearia] che sfruttava e coltivava la piana alluvionale dell’Orba [chiamata poi Andania] che si estendeva a ovest dell’accampamento.
- Lo sviluppo della presenza romana sul territorio Silvanese si protrasse fino a tutto il III secolo d.C.
- Nel IV secolo d.C. comparvero i primi segni di declino che si fecero sempre più evidenti a mano a mano che ci si avvicina alla fine del secolo.
- Nella città romana di Dertona, si era organizzata, già sul finire del II secolo d.C., la prima comunità cristiana sotto la guida del vescovo Marziano. La nuova religione riuscì a espandersi, progressivamente, in un territorio molto vasto.
- V secolo: già nel 402 d.C. vi furono le prime “invasioni barbariche”. I Visigoti superarono il Ticino e arrivarono nella valle del Tanaro.
- VI secolo: i Bizantini organizzarono una linea di difesa – limes – a protezione della loro provincia ligure dagli attacchi dei barbari; di essa facevano parte i Torrazzi, grosse torri in pietra posizionate agli angoli del castrum romano situato alla confluenza del torrente Piota nell’Orba. Poco distante, nella nascosta piana alluvionale sulla riva destra del Piota, dove oggi si trova la Frazione Pieve di Silvano d’Orba, si rifugiarono diversi abitanti dei vicini villaggi di Rondanaria. Verso la fine del secolo e probabilmente sulle rovine di un preesistente tempietto romano, venne edificata – e dedicata alla Madre di Dio – la prima chiesa cristiana della vallata, che diventò in seguito punto di riferimento della popolazione di un vasto territorio da Rossiglione Superiore a Francavilla. La chiesa fu eretta in Pieve dal vescovo di Tortona con il nome di Santa Maria di Prelio [o in Praedio].
- VII secolo: nel 643 i Longobardi attaccarono i Bizantini, superarono con facilità le loro difese e conquistarono la Liguria. L’area fortificata dei Torrazzi, conquistata a sua volta, fu spesso utilizzata dai re Longobardi come “quartiere” temporaneo nel corso delle battute di caccia nella selva dell’Orba.
- VIII secolo: nel 774 i Franchi sconfissero i Longobardi e occuparono anche il territorio Silvanese.
- IX secolo: iniziarono le incursioni dei Saraceni che avevano le loro basi in Provenza; la torre dell’Albarola, già campanile della Pieve di Prelio, diventò anche torre di segnalazione e parte di un sistema di “trasmissione” che avvertiva gli abitanti su imminenti pericoli.
- X – XI secolo: le necessità di difesa “imposero” il trasferimento sui colli degli abitanti della vallata. Chi aveva maggiori ricchezze poteva costruire residenze fortificate; ebbero così origine i castelli e i paesi dell’alto Monferrato. Sulla collina dei Merli, ai piedi di una fortificazione Aleramica, si formò il primo nucleo abitato di una parte del nostro paese.
- XII secolo: il 5 ottobre 1164, con Diploma Imperiale, Federico Barbarossa concesse al fido alleato Guglielmo, marchese del Monferrato, numerose terre e fra queste è citata Rondanaria. L’esistenza di un “castello” sulla collina dei Merli, che divenne poi la roccaforte della famiglia Zucca nel borgo di Rocca degli Zucca, è attestata dai primi documenti ufficiali. Intorno al 1180 alcune “nobildonne” di Genova fondarono il monastero femminile di Santa Maria di Bano, lungo una delle tante “vie del sale” che dal mar Ligure conducono alla pianura padana.
- XIII secolo: il 28 marzo 1203, in un breve atto redatto in Genova, i fratelli Alberto e Guglielmo Drodo de Rundanaria riconoscevano di aver ricevuto da Mira, Priorissa Sancte Marie de Banla somma di 7 lire pavesi per la vendita al monastero di una vigna situata entro i confini di Tagliolo. Prime notizie relative anche all’altra parte del paese; furono infeudati agli Zucca da Guglielmo VI del Monferrato i castelli e gli abitati di Rocca degli Zucca e Silvano che, in seguito, vennero chiamati Silvano Inferiore e Silvano Superiore.
- XIV secolo: il 6 maggio 1308 sul piazzale della chiesa di San Pietro furono promulgati gli Statuti e Ordinamenti di Silvano. Nella carta topografica del territorio compreso tra Ovada e Capriata disegnata nel 1347 da Paolo Mavencra sono indicati i due borghi di Silvano e, non molto distante dai Torrazzi, un argine di Rondanaria.
- XV secolo: il Doge di Genova Raffaele Adorno ottenne dal Marchese del Monferrato l’investitura del feudo di Silvano [Superiore]. I suoi figli, Agostino e Giovanni fecero abbattere il vecchio castello e, in pochi anni riuscirono a costruire, sulla sommità del colle, una nuova e più imponente residenza fortificata, terminata nel 1492. Sempre a fine secolo, nel 1491 in un Registro dei beni spettanti al castello di Silvano [Superiore], si faceva riferimento ad un altro “castello” situato nei prati di Rondanaria, alle mura di Rondanaria, a un terreno situato in località Torrazzi e al palazzo di Rondanaria.
- XVIII secolo: nel 1713 venne sancita l’annessione definitiva di Silvano Adorno al Principato del Piemonte il cui sovrano era Vittorio Amedeo II di Savoia. A fine secolo Silvano Adorno diventò Silvano val d’Orba.
- XIX secolo: nel 1872, durante gli scavi per la costruzione del ponte sul Piota a Silvano, fu trovato lo scheletro di un uomo. Scrive Pier Franco Romero nel suo saggio su Rondinaria: «La corazza di cuoio, la forma e il materiale dello scudo e in particolare la spada […] portarono […] a stabilire […] che si trattasse di un soldato romano».
- Nel corso del XIX secolo Silvano Val d’Orba diventa Silvano d’Orba e muore, nel 1882, l’ultima Botta Adorno, la marchesa Clementina. Quindici anni più tardi i suoi eredi vendono il castello e altre proprietà all’ingegnere genovese Enrico Belimbau e lasciano definitivamente Silvano.
- XX secolo: nell’area dell’antico accampamento romano venne edificato il nuovo cimitero del paese. Riutilizzando il materiale a disposizione sul posto si risparmiarono soldi, così a stento si riuscirono a salvare due torrazzi. Il merito va ad Enrico Belimbau che, eletto sindaco alla fine del 1910, salva quello che ancora rimane di quel sito storico.
- XX secolo: durante i lavori di “scasso” in una vigna vicina alla chiesa di San Giovanni della Mogliette, nei pressi dei Torrazzi, fu riportato alla luce uno scheletro umano che gli esperti della Reale Soprintendenza, per i resti del suo abbigliamento e per le monete trovategli accanto, attribuirono con certezza ad un soldato romano.
- 1920 -1925 si “trovarono” le più importanti testimonianze della presenza romana sul nostro territorio: un’antefissa in terracotta di età imperiale, “portata alla luce” nei dintorni del casale Caraffa, e una stele funeraria della fine del primo secolo d.C. – dedicata dal figlio Prisco al padre Lucio Castricio, decurione della tribù Pomptina – “estratta” dal greto dell’Orba a non molta distanza dalla grande azienda agricola di Sant’Agata, ma ancora nel territorio di Silvano d’Orba.
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